CENTOMILA GAVETTE DI GHIACCIO
 








GIULIO BEDESCHI


Dicembre 1945, la neve cadeva fitta, fitta. Aprì, uscì, richiuse. Si sedette su una panchina ad ascoltare, nel silenzio, il fruscio delle falde di neve che cadevano e ritornò il ricordo: il ricordo della neve di Russia. Alzatosi dalla panchina, ritiratosi in casa prese un foglio di carta, una penna, e iniziò a scrivere la prima pagina di ‘Centomila gavette di ghiaccio’, e a far pace con la neve, quella neve che aveva imparato ad odiare nel freddo del fronte russo. Giulio Bedeschi volle affidare i momenti dell’esperienza alpina, gli sconvolgenti avvenimenti, tutti i volti di umana sopportazione della Campagna di Russia alla narrazione del suo straordinario romanzo, pubblicato da Ugo Mursia, dopo esser stato rifiutato per diciassette anni da numerose case editrici. Giulio Bedeschi, nato ad Arzignano (VI) nel 1915, laureatosi in Medicina, si arruolò come volontario per il fronte greco-albanese e, al seguito dell’A.R.M.I.R. (Armata Italiana in Russia), come il fratello minore Giuseppe, giunse nella steppa russa, dove divenne testimone degli avvenimenti della Campagna Militare Italiana, che culminarono nella disastrosa ritirata. Amò definirsi sempre alpino, medico, scrittore e tutta la sua vita e tutte le sue opere diventarono il segno di una lotta sommessa per tener vivo il ricordo della voce tremante dei suoi alpini perché a loro spettava il giusto posto nella storia del popolo italiano, a loro spettava il giusto riconoscimento di dignità, avendoli amati come fratelli. Giulio Bedeschi riuscì tuttavia a narrare non solo la storia dei suoi soldati, ma anche il grido di un patrimonio collettivo che chiedeva, e chiede, di non essere soffocato né dimenticato, ma, di generazione in generazione, di esser compreso perché dal passato, dal suo dolore e dai suoi errori, si potesse, e si possa, ricostruire una nuova storia


Giulio Bedeschi
1943 Rimini - Il Tenente Giulio Bedeschi (Italo Serri) 'Mi sento un signore'



Giulio Bedeschi
Bedeschi firma alcune copie di 'Centomila gavette di ghiaccio'